In Italia, superata la soglia del 20%.
Nei primi sei mesi del 2017 i farmaci equivalenti hanno raggiunto il 20,97% del totale del mercato Retail a confezioni e l'11% del Sell-In in tutte le classi di farmaci. I dati da aprile a giugno confermano il trend positivo con un +1,8% rispetto al secondo trimestre del 2016 e una crescita a valore ancora più importante, pari al 4,2%.
Numeri importanti anche a livello internazionale
Gli ultimi dati a disposizione sul mercato mondiale, relativi all'intervallo 2013/2018, mostrano una crescita progressiva del 10,6% su base annua. Dai 267 miliardi di dollari del 2013, i farmaci generici passeranno ai 442 miliardi previsti nel 2018, quando rappresenteranno oltre il 50% dell'incremento globale della spesa farmaceutica.
Tutti i motivi dell'incremento
Le ragioni di questa evoluzione risiedono sia nelle forti politiche di incentivo alla sostituzione di farmaci "brandizzati" con i rispettivi equivalenti, sia nella progressiva perdita – da parte delle case farmaceutiche – della protezione brevettuale sui nuovi segmenti di molecole. In ultima analisi, un fattore decisivo nella scelta del consumatore è sicuramente il prezzo, visto che i farmaci equivalenti costano fino al 50% in meno dei prodotti originali.
Performance ancora al di sotto del potenziale
Nonostante l'aumento del mercato degli equivalenti sia un dato di fatto, sono ancora tanti gli ostacoli a una loro netta affermazione a livello globale: dalle barriere legislative, distributive e culturali, a una certa resistenza riscontrata da parte dei medici nel prescrivere il generico fino a una naturale diffidenza del paziente nell'acquistare un prodotto unbranded in un ambito così delicato come quello della salute. Ma le politiche governative in Paesi chiave, come l'India ad esempio, si stanno muovendo verso una loro sempre maggiore diffusione. Il futuro è dei farmaci equivalenti.