Nel bilancio del 2022 sull’occupazione in Italia, Assolavoro ha parlato di una crescita sostenuta grazie all’occupazione stabile (+248mila lavoratori) mentre il 2023 è cominciato registrando una leggera flessione.
Non ha fatto eccezione il territorio di Bergamo, in cui il mercato del lavoro nell’anno si è mosso inizialmente con molta difficoltà, dettata dall’aumento dei costi energetici e dalle tensioni internazionali dovute al conflitto armato in Ucraina. Nel corso dell’anno, ha però dimostrato una tenuta occupazionale importante, che ha visto la provincia bergamasca segnare risultati significativi nella produzione industriale, artigianale e un aumento del fatturato nel settore dei servizi.
Il nuovo anno ha portato però con sé qualche notizia positiva. Chiara Bonardi, Area Manager di InJob, ha così commentato: “il 2023 è ripartito con qualche segnale di flessione soprattutto nei settori – come quello metalmeccanico – in cui il costo energetico è ancora impattante. In altri, come quello del turismo e dei servizi, la ricerca di personale e il loro inserimento resta costante. In linea di massima, comunque, il mercato è in movimento e con finalità di stabilizzazione in azienda.”
Le fa eco Diego Simat, Branch Manager: “Abbiamo notato un indebolimento nell’ultimo semestre del 2022, con alcuni settori – quello delle fonderie, dell’automotive e della gomma plastica – più in flessione rispetto ad altri, in parallelo al rallentamento del ciclo economico. Secondo gli stessi dati della provincia di Bergamo, nell’ultimo trimestre le assunzioni hanno frenato e sono aumentate le cessazioni, soprattutto di rapporti a termine. Crediamo però che sia non corretto parlare di una situazione di crisi ma di un periodo di stabilizzazione dopo un forte picco.”
Le prospettive per i prossimi mesi sono generalmente positive e, secondo il parere della recruitment company, è alle porte una ripresa, anche parziale, di alcuni settori fermi nei mesi scorsi a causa della crisi energetica. Allo stesso tempo è prevista poi la crescita potenziale di altri settori in cui la stagionalità del prodotto e del servizio sono centrali.
In questo senso sono confortanti gli ultimi dati Excelsior Unioncamere per il trimestre marzo-maggio 2023. Secondo le rilevazioni, la provincia di Bergamo ricerca circa 8 mila lavoratori al mese: un dato in linea con il trimestre precedente e superiore di 2 mila unità se paragonato allo stesso periodo del 2022. Non solo: l’industria torna ad aumentare la propria richiesta e se nel trimestre precedente erano 2.500 le richieste di personale contro le 4 mila dei servizi, in questo periodo ne chiama a rapporto almeno 3.700 al mese, a fronte di un settore terziario stabile nelle richieste. Anche per venire incontro a questa ingente domanda, inJob aprirà il suo nuovo Career Center a Treviglio nell’ultimo quadrimestre del 2023.
Sull’analisi dei settori tradizionali del distretto industriale, Chiara Bonardi ha dichiarato: “La metalmeccanica ha beneficiato della fase positiva dell’export e degli investimenti e delle produzioni indotte dal ciclo espansivo della filiera edilizia. Nel settore del commercio e servizi i risultati sono positivi nella logistica, nelle attività professionali, scientifiche e tecniche e nei servizi di informazione e comunicazione. Anche le attività dei servizi di alloggio e ristorazione stanno registrando un risultato occupazionale al di sotto delle proprie possibilità. Siamo convinti che questo settore, insieme a quello del retail e della GDO, potranno trainare il mercato nel breve periodo insieme a quello della gomma plastica, centrale per questo territorio.”
Dal punto di vista invece dei candidati, emergono nuove necessità e bisogni. Così Chiara Bonardi: “Spesso i candidati che stanno valutando di cambiare lavoro non sono solo persone in cerca di nuova missione lavorativa. L’affermarsi dello smart-working, il desiderio di conciliare meglio lavoro e vita privata con una rinnovata domanda di benessere, l’aumento dei costi della vita ma anche la richiesta di nuove competenze sono solo alcune delle cause che spingono le persone ad abbandonare il proprio posto di lavoro e a cercare nuove opportunità più in linea con le proprie esigenze.”
Per quanto riguarda la domanda delle imprese, aggiunge Diego Simat: “è molto alta quella dei profili genericamente impiegatizi (impiegati contabili, amministrativi, sales, progettisti, IT e marketing) e nel complesso delle professioni specialistiche e tecniche (come tornitori, saldatori, manutentori).”