Tutte le novità del nuovo Decreto Lavoro
Il 1° maggio il governo ha approvato il nuovo “decreto lavoro”, contenente una serie di misure tra cui il taglio al cuneo fiscale, l’introduzione dei voucher e dell’assegno di inclusione, che sostituisce il reddito di cittadinanza. Tra queste anche nuove previsioni per lavoratrici e lavoratori con figli, come l’estensione dell’assegno unico. Ecco una sintesi delle principali misure.
Aumentano i benefit per le famiglie con figli
Per tutto il 2023 viene innalzato il limite dei “fringe benefit”, ovvero quei benefit in natura non tassabili concessi ai lavoratori nell’ambito del welfare aziendale, concessi ai lavoratori dipendenti con figli a carico. La soglia torna a essere quella dei 3mila euro – come nel 2022 – ma solo per i lavoratori con figli a carico.
Nel decreto è poi prevista anche un’estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico di 30 euro mensili per ogni figlio se l’ISEE non supera i 15mila euro, che si riduce gradualmente fino ad azzerarsi se il reddito supera gli oltre 40mila euro.
Nuove causali per i contratti a termine
Rispetto al capitolo dei contratti a termine, viene allentata la stretta operata dal cosiddetto decreto Dignità (Dlgs 15 giugno 2015, n. 81), con l’introduzione di nuove causali in caso di proroga o rinnovo del contratto di lavoro dopo i primi 12 mesi di durata. Il contratto a termine può quindi adesso essere prorogato in tre casi: seguendo le causali previste nei contratti collettivi di riferimento; oppure il contratto può proseguire oltre i 12 mesi per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti, entro la scadenza temporale del 31 dicembre 2024; oppure in caso di sostituzione di altri lavoratori.
Voucher, nuovo limite a 15mila euro
Sale a 15mila euro la soglia entro cui sono ammesse le cosiddette prestazioni di lavoro occasionale, per tutti quei lavoratori – senza limiti di età – che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento e per le imprese che “hanno alle dipendenze fino a 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato”.
Incentivi per le assunzioni
Il decreto introduce nuovi incentivi per i datori di lavoro privati che decidono di assumere persone che ricevono l’assegno di inclusione: se lo fanno con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato il decreto riconosce, per dodici mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro annui (il limite scende al 50% se a tempo determinato o stagionale).
Taglio del cuneo fiscale
Con il nuovo decreto, innanzitutto, i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro potranno beneficiare, da luglio a dicembre 2023, di nuovi aumenti in busta-paga, che si traduce in un aumento massimo di circa 100 euro al mese.
Assegno di inclusione dal 2024
Finisce l’era del reddito di cittadinanza: da gennaio 2024 arriverà l’Assegno di inclusione, di cui potranno beneficiare i nuclei con disabili, minori e over60 per un importo fino a 6mila euro l’anno (500 al mese) cui si aggiunge un contributo per l’affitto (per le locazioni regolari) di 3.360 euro l’anno (circa 280 al mese). Cifre maggiori sono riconosciute ai nuclei costituiti solo da persone over 67 anni o disabili. Per ottenere l’Assegno, i richiedenti devono essere residenti in Italia e avere un ISEE che non superi i limiti indicati dal decreto.