Un ruolo strategico in tanti ambiti diversi
Analisi di mercato, sviluppo di nuove soluzioni, implementazione dei processi produttivi, controllo qualità e sicurezza.
Sono tante le mansioni che può svolgere il Biotecnologo all’interno dell’industria alimentare, sia presso laboratori di ricerca sia nei reparti di imprese alimentari o di ristorazione.
Di fronte a un comparto del food sottoposto a standard e norme di sicurezza sempre più stringenti, il BA ha un ruolo chiave per verificare la composizione microbiologica, chimica e genetica degli ingredienti, la qualità sensoriale delle ricette e il rispetto delle caratteristiche nutrizionali di ogni prodotto.
Teoria, pratica, curiosità e spirito di osservazione
Le competenze del Biotecnologo Alimentare spaziano dalla biologia alla chimica, dalla botanica alla fisica fino alla zootecnica e alla fisiologia vegetale.
Indossando camice, guanti sterili e mascherina, deve sapere utilizzare tutte le strumentazioni tecnologiche presenti in laboratorio come macchine per l’estrazione del DNA, microscopi elettronici, bilance, agitatori e incubatori.
Ma le sue skill si estendono anche all’informatica per l’utilizzo dei principali software tecnici e gestionali del settore. Un mix di scienza e tecnica, dove è indispensabile una forma mentis analitica e la capacità di analizzare scenari e dati, cambiando punto di vista: una dote importante soprattutto nei ruoli più votati all’innovazione.
Percorso di studi e stipendio
Per valorizzare la figura del Biotecnologo, l’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI) ha costituito un albo professionale aperto a coloro che hanno già svolto la professione; a chi consegue una laurea triennale in Biotecnologie, Biologia, Chimica Farmaceutica, Agraria o Medicina; e a chi integra gli studi con una laurea specialistica in Biotecnologie.
La retribuzione parte da un minimo lordo di circa 25.000 euro l’anno, che negli anni può aumentare sensibilmente in relazione all’importanza strategica del BA all’interno della struttura.
Obiettivo: diventare direttore della produzione o responsabile della ricerca. Posizioni per le quali, in media, si superano ampiamente i 50.000 euro lordi annui.