L’agroalimentare è un settore che in Italia rappresenta il 12% del PIL nazionale, con un valore di 205 miliardi di euro, che occupa 1,3 milioni di persone e esporta merci per 41,8 miliardi di euro: questi dati lo portano ad essere il fiore all’occhiello del Made in Italy in tutto il mondo.
Superata la crisi del 2017, quando le avverse condizioni meteorologiche hanno penalizzato l’agricoltura, nel 2018 si è assistito a una crescita di tutto l’indotto, sia in termini di occupazione (+0,6%), sia in termini di numero di imprese (+4,1% quelle con responsabili under 35)
I corsi
Per mantenere competitive le figure impiegate nell’alimentare, le Università stanno creando numerosi corsi dedicati al mondo del food, ponendo particolare attenzione alle esigenze delle aziende. Negli ultimi anni, sono nati percorsi accademici in tecnologie alimentari, scienze viticole ed enologiche, oltre a tutti quelli incentrati su ricerca e sviluppo, qualità e sicurezza
Non mancano, inoltre, progetti formativi in cui investono direttamente anche le aziende che ricercano i profili più specializzati e più difficili da reperire, con percorsi ad hoc. Si tratta principalmente di persone con competenze tecniche, che hanno deciso di proseguire la propria formazione con corsi e master che permettano loro di poter mettere in pratica quanto appreso nella teoria.
Le caratteristiche
I principali obiettivi delle aziende riguardano la qualità di processo e prodotto, seguita da innovazione e ricerca e sviluppo, aspetti ormai essenziali per mantenere la presenza sul mercato, anche in termini di attrattività verso i candidati.
Un forte accento viene posto anche sulla parte green della catena produttiva, che porta con sé nuovi posti di lavoro per le figure che seguono l’ottimizzazione dei processi, soprattutto di riduzione di consumi energetici.
Le nuove figure
Per sostenere la rapida e stupefacente crescita di questo ambiente, servono nuove figure, che si occupino della comunicazione del marchio, come food blogger e food influencer, ma anche chi gestisce ed elabora la mole di dati derivanti dalla blockchain, vitali per le aziende, che possono trarne informazioni per la tutela di marchio e qualità.