Lo scenario economico
In un 2019 che prevede una crescita del PIL italiano dello 0,3% e della spesa delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private dello 0,5%, in rallentamento rispetto al 2018, e una riduzione degli investimenti in macchinari, attrezzature e costruzioni, lo scenario sembra essere di incertezza sia per gli aspetti politici e internazionali che per i possibili peggioramenti delle condizioni creditizie delle aziende.
Nonostante la frenata dei ritmi produttivi, che inciderà sul mercato del lavoro, ci si aspetta che l’occupazione resti sui valori dello scorso anno (+0,1%) con un tasso destagionalizzato del 58,7%, nella fascia 15-64 anni, caratterizzato da un aumento di quella femminile (+0,3%) e una sostanziale stabilità di quella maschile. Un altro dato positivo riguarda il tasso di disoccupazione giovanile (15-34 anni), che nel 2018 è sceso dello 0,9%.
Le tendenze dell’occupazione nazionale
I trend, registrati dai dati delle Rilevazioni sulle forze di lavoro Istat, contano una crescita degli occupati dipendenti dello 0,5% e delle richieste di personale delle aziende (+1,7%), per tutte le classi dimensionali d’impresa, con un aumento delle ore lavorate per persona. Anche il lavoro indipendente ha una tendenza positiva (+1%).
Soffermandoci sulle opportunità d’impiego, le attivazioni sono state 2 milioni e 580mila, in particolare, in ordine di assorbimento della forza lavoro, per i settori Servizi (79mila), Industria (24mila), Costruzioni (+18mila) e Agricoltura (17mila). In termini territoriali, ad una crescita dell’occupazione nel Nord e Centro Italia, corrisponde però un calo nel Mezzogiorno (-0,6%).
Ad un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato (+207mila), soprattutto part-time, si contrappone una riduzione dei tempi determinati, in calo di 69.000 unità, dovute all’esonero contributivo per i giovani fino a 34 anni e alla legge 96/2018, conosciuta come Decreto Dignità, in vigore da Novembre del 2018. A causa di questa nuova normativa, dopo 6 anni di continuo segno positivo, che ha portato la somministrazione a registrare fino a oltre 418 mila persone assunte, il numero dei lavoratori di questo segmento di mercato ha subito una rilevante riduzione con un -5,1% (fonte: Inps-Uniemens), nel primo trimestre 2019.
Se facciamo riferimento ai titoli di studio i numeri rilevano che i laureati hanno un tasso di occupazione del 78,7%, i diplomati del 64,5% e chi possiede un licenza media del 42,9%.
A completare il quadro occupazionale, citiamo anche, rispetto al primo trimestre del 2018, il lieve aumento degli infortuni sul lavoro denunciati (1,7%) e una diminuzione delle malattie professionali dell’1,4%, tra queste le più ricorrenti sono a carico del sistema osteomuscolare, nervoso e dell’orecchio.
Per concludere, evidenziamo un calo di azioni di ricerca di lavoro. Tra i canali principali a livello nazionale, il più usato resta il passaparola tra parenti, amici e conoscenti (81,7%), seguito dall’invio del curriculum direttamente alle aziende di interesse (66,3%) e dall’uso di portali per la ricerca di occupazione (57,2%).