Le ultime statistiche sull’occupazione raccontano un paese che a poco a poco sta emergendo dalla crisi. A novembre 2015 il tasso di occupazione è sceso all’11,3% (9,2% nella zona UE) mentre la disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) è calata al 38,1: il valore più basso da giugno 2013 dopo aver sfondato ampiamente, negli ultimi due anni, quota 40%.
Per i ragazzi che nel 2016 devono scegliere la facoltà da seguire o si affacciano sul mondo del lavoro sono dati incoraggianti, ma molto dipende ovviamente dalla formazione e dalla carriera che si intende intraprendere.
Le facoltà con più laureati.
Secondo gli ultimi dati del rapporto Excelsior di Unioncamere – camere di commercio d’Italia – in materia di domanda/offerta di lavoro (dati 2014), le università più gettonate sono quelle umanistiche (24% di neolaureati) e dell’area economico-sociale (23,3%).
Seguono a ruota le facoltà di ingegneria e architettura (19,2%), quelle in area medica (14,6%), scientifica (14%) mentre agli ultimi posti troviamo le facoltà in ambito giuridico (4,9%) e i neolaureati in scienze motorie (1,2%).
Se è vero che ognuno di noi deve seguire le proprie inclinazioni e che l’università ha il primo obiettivo di creare una forma mentis adatta a qualsiasi occupazione, è altrettanto evidente come le scelte dei nostri ragazzi non siano del tutto allineate con il mercato del lavoro e la realtà che ci circonda, sempre più tecnologica e digitale.
Le professioni più ricercate dalle aziende italiane.
Sempre secondo il rapporto Excelsior le professioni dove i laureati sono definiti “introvabili” riguardano specialmente le facoltà di ingegneria informatica e in particolare gli analisti programmatori (1° posto in classifica), gli sviluppatori di software (3°) e i programmatori informatici (5°). Altre figure richieste ma difficili da reperire coinvolgono l’area tecnica come i progettisti elettrici (2°) e meccanici (6°) e quella legata alla salute come i fisioterapisti e gli infermieri (7° e 8° posto in classifica), mentre il mercato del lavoro riesce ad assorbire solo una piccola parte dei laureati in facoltà umanistiche (13,7% delle assunzioni) e di chi esce da una università in ambito politico-sociale (1,1%).
Dati su cui riflettere per chi in questi mesi è impegnato a scegliere il percorso di studi e il proprio futuro lavorativo.