In questi giorni Verona è in pieno fermento per la 52esima edizione di Vinitaly, la più grande manifestazione internazionale del settore vitivinicolo, che ha reso la città scaligera fulcro del patrimonio e dell’innovazione legate al mondo del vino.
Per scoprire di più sulle figure professionali maggiormente richieste in questo settore, abbiamo intervistato Margherita, HR Consultant esperta nella ricerca e selezione per il settore vitivinicolo per la provincia di Verona, zona conosciuta come fiore all’occhiello della produzione nazionale di vino, grazie ai rossi della zona della Valpolicella, ai vini bianchi delle colline di Soave e alla storicità della tradizione vitivinicola dei suoi territori.
Margherita, quali sono le figure che le cantine e le aziende vitivinicole ricercano maggiormente?
Tra le figure più richieste troviamo sicuramente le funzioni commerciali e degli agenti di vendita. Dato il peso economico che l’export riveste in questo mercato, anche i ruoli dedicati al commercio estero risultano particolarmente strategici. In secondo luogo, le cantine ricercano profili specializzati in marketing, sia nell’area prodotto che nel campo della comunicazione e della grafica per l’ideazione del packaging e delle etichette. A tal proposito, è fondamentale possedere non soltanto una spiccata propensione alla creatività, per sviluppare confezioni accattivanti, ma avere anche una conoscenza approfondita della normativa in materia di etichettatura per il vitivinicolo. Infatti, requisito importante, per chi vuole entrare in una cantina ed occuparsi di marketing, è conoscere e voler approfondire tutte le sfaccettature del settore, comprese anche i regolamenti e le certificazioni specifiche.
Troviamo poi le figure dedicate all’area Hospitality. Si tratta di ruoli più “ibridi” che devono sapersi destreggiare tra funzioni di back office, anche commerciali, e mansioni d’ospitalità come, per esempio, l’organizzazione di visite guidate in cantina, degustazioni e accoglienza degli ospiti.
Quali sono le competenze che è necessario sviluppare per costruire il proprio percorso professionale nel settore vitivinicolo?
Per quanto riguarda i profili senior, la provenienza e la conoscenza del settore vitivinicolo o affini, come per esempio il Food & Beverage, è un must. Le figure junior, invece, devono aver intrapreso un percorso di studi specifici del settore o dimostrare di essere fortemente interessate a costruire la propria carriera in quest’ambito. Anche, per esempio, l’aver frequentato un corso per sommelier può contare nel curriculum e suggerire che il candidato è veramente appassionato del mondo del vino.
Infine, oltre alle competenze tecniche e specifiche di ogni funzione aziendale, la conoscenza delle lingue straniere è una conditio sine qua non per poter iniziare un percorso lavorativo in questo business.
Quindi, per un settore sempre più aperto all’export e all’internazionalizzazione, oltre alle lingue, quanto conta conoscere la cultura dei Paesi di destinazione per chi desidera lavorare nell’ambito del vino?
Dimostrare curiosità ed una conoscenza della tradizione e dell’approccio al vino dei singoli Paesi, dove le cantine vorrebbero espandere il proprio mercato, è sicuramente necessario, soprattutto per chi si occupa di gestire i rapporti commerciali internazionali. Esportare vino in Germania, nazione in cui è fortemente radicata la cultura della birrificazione, richiede un approccio sicuramente diverso rispetto ad altri stati europei o agli Stati Uniti, dove l’interesse per il vino si è diffuso soltanto negli ultimi anni. A tal proposito, i Paesi asiatici e, in particolare, la Cina sono diventati la nuova frontiera per l’export del vino italiano e rappresentano una nuova sfida per le aziende vitivinicole che desiderano sfruttare la spinta verso i mercati esteri.
Le abitudini di consumo per i prodotti enologici hanno conosciuto dei cambiamenti importanti negli ultimi anni, soprattutto da parte dei giovani. Ad esempio, tra i nuovi trend del settore spiccano la ricerca di packaging innovativi e l’emergere, sul mercato, della nicchia del “bio” e della sostenibilità ambientale in vitivinicoltura. Quali vantaggi potrebbero trarre le aziende vitivinicole dall’assumere giovani talenti?
La maggioranza delle aziende vitivinicole del nostro territorio sono attività familiari, tramandate di generazione in generazione e radicalmente legate alla tradizione, alla coltivazione della terra e al patrimonio culturale dei nostri vini. L’apertura verso i mercati internazionali ha sicuramente portato molte cantine a strutturarsi per rispondere alle nuove esigenze del settore. In quest’ottica, giovani leve, appassionate del mondo del vino e con le giuste competenze, potrebbero portare una “ventata d’aria fresca” e una maggiore spinta verso l’innovazione in un settore fortemente tradizionale. I giovani, infatti, potrebbero coniugare il sapere e il know how, sviluppato nei decenni di storia familiare delle cantine, con strumenti moderni e, per esempio, digitali per favorire la promozione e l’espansione dei nostri prodotti vinicoli sia a livello nazionale che nei mercati esteri.