Occupazione in aumento, boom di microbirrifici e un consumatore sempre più attento alla qualità. Nell’Italia del beverage, il mondo del luppolo continua la sua crescita, sia in Italia sia all’estero.
In 6 anni, raddoppiati gli operatori del settore
In Italia i lavoratori diretti che lavorano nel mondo della birra sono passati da 2.300 del 2009 ai 5.000 del 2016 che diventano quasi 150.000 considerando anche l’indotto. Una crescita record dovuta in parte al boom dei micro-birrifici, aumentati in maniera esponenziale negli ultimi 12 anni: nel 2004 erano appena una trentina, oggi se ne contano già più di 600. Una cifra importante che porta il nostro paese al quarto posto in Europa come numero di realtà artigianali dietro solo a Regno Unito, Germania e Francia.
In Italia si beve meno, ma si beve meglio
Il dato occupazionale e la è particolarmente significativo se consideriamo che il consumo pro capite annuale di birra in Italia non è cresciuto con la stessa forza. Oggi si attesta intorno ai 30 litri, lontanissimi dai livelli del Nord Europa, Repubblica Ceca in primis con quasi 150 litri a testa
Nonostante in Italia il vino mantenga ancora (di poco) il primato del settore beverage, la birra negli ultimi anni ha avuto una evoluzione lenta ma costante. I dati riferiti al 2015 parlano di una crescita del 3,6% a volume e del 7,6% a valore rispetto all’anno precedente.
Gli operatori del settore sono concordi nell’affermare che il target è diventato più sofisticato, con un aumento del numero di intenditori e di intenditrici, visto che la platea si è allargata anche al pubblico femminile.
Il mercato, seguendo questo trend, nell’ultimo periodo ha puntato meno sulle promozioni e più sulla qualità, anche attraverso il segmento delle birre “Speciali” con nuove combinazioni di ingredienti e varietà originali; mentre in parallelo la grande distribuzione ha dedicato uno spazio più rilevante alle birre più ricercate, artigianali e non.
Export a tutta birra
Se la domanda interna cresce ancora lentamente, è l’export il mercato che dà più soddisfazione ai birrifici italiani, con circa 2 milioni di ettolitri esportati (soprattutto in UK): un balzo del 135% rispetto a 10 anni fa. E questo nonostante le accise, che hanno portato la tassazione italiana sulla birra ad essere quattro volte superiore a quella presente in Germania, come segnalano le associazioni di settore.
Il Beverage, fonte di opportunità
Oltre a un mondo della birra in fermento e ricco di opportunità di carriera, vale la pena ricordare anche il buon momento del settore del vino italiano che, in quanto a produzione, ha da poco superato la Francia e conquistato il primo posto a livello mondiale. Dati incoraggianti per chi vuole trovare un’occupazione nel settore beverage, dove il nostro paese, nonostante la crisi, gode ancora di ottima salute.