Secondo i dati rilasciati, al termine del 2018, da CSIL (Centro Studi Industria Leggera) dal 2012 al 2017, le imprese della filiera dell’arredamento hanno vissuto un trend di crescita costante, soprattutto grazie alle vendite estere.
Sia il quadro tracciato da CSIL, nel Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia, che i dati elaborati dal Centro Studi di Federlegno testimoniano una variazione positiva, nonostante il recente rallentamento del tasso di crescita dell’economia e della produzione manifatturiera italiana. Nello specifico, secondo i dati del Rapporto di Previsione, il mercato interno dell’arredo è cresciuto dello +0.8%, grazie alla tenuta dei consumi interni favorita anche dal bonus mobili. Prorogato dalla legge di Bilancio 2019, il bonus consente a chi ristruttura il proprio immobile di usufruire di una detrazione Irpef del 50% (con un tetto di 10.000 € per unità immobiliare) per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe energetica minima A+.
L’indagine di FederLegno e dell’ufficio studi Mediobanca, che ha preso in esame 330 imprese con un fatturato pari ad almeno 16 milioni di euro, ha confermato un aumento dei ricavi del 4,4% (21,8 miliardi di euro) nel 2017. Tra i comparti, dove si è registrata una variazione maggiore, troviamo le imprese produttrici di mobilio per uffici e spazi pubblici (+8,7%), i produttori di cucine (+7%) e quelli di legno e derivati (+6,8%); mentre hanno registrato trend di crescita meno vivaci i comparti dell’illuminazione (+0,9%) e delle poltrone e divani (+0,8%) .
La spinta dell’export
Per quanto riguarda il contesto macro-economico, i dati del 2018 evidenziano un forte dinamismo sui mercato esteri. L’export, infatti, ha segnato un incremento del 2% e, attualmente, corrisponde ad una quota del 58% sul totale della produzione del settore. Le principali aree di destinazione sono i mercati extra-europei, in particolare quello asiatico ed americano. La Cina, inoltre, si posiziona al primo posto nella classifica dei principali produttori di mobili a livello mondiale, seguita da Stati Uniti, Germania, Italia e India, e possiede la quota maggiore di esportazioni, tra il 35% e il 40% del totale. Ma sono proprio i cambiamenti in atto, nel mercato e tra i consumatori cinesi, a favorire le imprese italiane dell’arredamento. La ricerca, da parte degli acquirenti cinesi, di prodotti di qualità e di fascia alta e l’aumento delle loro capacità di acquisto hanno contribuito allo sviluppo dell’export verso il paese del Sol Levante; tanto che l’arredo Made in Italy ha raggiunto la quota del 20% delle importazioni di mobili in Cina.
Nello scenario delle esportazioni, i paesi dell’Unione Europea, in particolare Germania e Francia, rimangono comunque una delle principali aree di mercato, ma stanno emergendo anche i paesi dell’Est Europa, che potranno riservare dei buoni margini di sviluppo futuro. Infine, la terza area strategica per l’export del mobile italiano è rappresentata dal Nord America e, nello specifico, dagli Stati Uniti.
Previsioni future
Le previsioni CSIL per il biennio 2019-2021 delineano un quadro di crescita stabile, ma cauto, date le incertezze del mercato interno e le fluttuazioni del contesto internazionale. La conferma del bonus mobili per l’anno in corso potrebbe fornire una spinta positiva ai consumi interni, ma non sarà sufficiente per favorire una crescita superiore rispetto a quella del 2018. Il 2019 riserverà, probabilmente, una ripresa maggiore sul fronte delle esportazioni, con un aumento di valore pari all’1,6% e del 3%, in media, nel biennio successivo.
Nuovi trend: e-commerce e omnicanalità
I prodotti di design e arredamento stanno vivendo un momento favorevole grazie anche allo sviluppo delle vendite online. Secondo l’Osservatorio e-commerce B2C, promosso da Netcomm e dalla School of Managament del Politecnico di Milano, i prodotti del comparto del design e dell’arredamento hanno registrato una crescita delle vendite del +53%, nell’ultimo anno, per un valore di 1,4 miliardi di euro.
Alla luce di questo rapido sviluppo diventa, quindi, fondamentale per le aziende del settore sfruttare al meglio questa nuova fetta di mercato e rimanere al passo con l’evoluzione del web e della digitalizzazione, che hanno profondamente condizionato il processo d’acquisto B2C. Ad oggi, i punti di contatto con i consumatori sono molteplici e diversi e si sviluppano su più canali, dal negozio fisico, al sito web, dai social media all’e-commerce. Le aziende del settore dovranno, quindi, familiarizzare con l’omnicanalità e investire nell’elaborazione di contenuti e strategie comunicative, che possano accrescere l’immagine online del brand e fidelizzare il cliente.