In Italia e in altri Paesi europei si comincia a parlare di settimana lavorativa corta, grazie ad alcune realtà aziendali che già la stanno sperimentando. Sebbene sia una prassi ancora limitata, alcuni contratti iniziano a prevedere la prestazione lavorativa su soli quattro giorni, ovvero un giorno in meno di lavoro senza tagli allo stipendio.
La sfida del mercato del lavoro contemporaneo, in cui si inserisce la discussione sulla settimana lavorativa breve, è infatti quella di sviluppare proposte e strumenti che mettano al centro le persone e garantiscano regimi di lavoro flessibili. Si tratterebbe di una svolta culturale che potrebbe portare benefici all’occupazione, alla produttività e perché no anche alla salute psico-fisica dei lavoratori.
Cosa chiedono i lavoratori
Secondo una ricerca che ha coinvolto circa 2000 lavoratori, il 66% di chi è interessato alla settimana lavorativa breve dice che sarebbe disponibile solo se a parità di salario, mentre il 10% l’accetterebbe anche con una decurtazione dello stipendio. Il 18%, invece, sarebbe disponibile a lavorare un’ora in più gli altri giorni per avere la settimana breve. In ogni caso il 70% dei lavoratori guarda con favore a questa possibilità. Tra le ragioni, il miglioramento del benessere mentale senza ripercussioni negative sulla produttività.
Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Per testare la fattibilità della settimana corta, nel Regno Unito alcune aziende stanno partecipando ad un programma pilota e secondo un sondaggio il 15% dei partecipanti ha affermato che non c’è “somma di denaro” che li farebbe tornare indietro a lavorare cinque giorni su sette.
Work-life balance e benefici
Un recente studio guidato dall’Università dell’Australia Meridionale e pubblicato sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, condotto su 308 adulti che hanno preso parte ad un esperimento indossando per 13 mesi, 24 ore su 24, dei braccialetti per monitorare i loro valori personali rivela che un weekend più lungo di tre giorni fa bene alla salute.
Tra i principali effetti positivi l’aumento dell’attività fisica, la riduzione della sedentarietà e il miglioramento della qualità del sonno, con effetti che si protraggono anche per due settimane dopo il periodo di riposo.
Secondo gli autori dello studio, dunque, è forse arrivato il momento di abbracciare il modello della settimana lavorativa corta per migliorare la salute fisica e mentale delle persone.