La categoria giovani è una delle più colpite dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e, sia il Governo Italiano che l’Unione Europea, stanno pianificando alcune politiche a sostegno del comparto, dalla formazione per l’accrescimento delle competenze tecniche ed esperienziali ma anche una rete di servizi per il lavoro a loro dedicata.
Il ministro Nunzia Catalfo sottolinea infatti che i giovani tra 15 e 34 anni sono impiegati in quei settori, come turismo, ristorazione, intrattenimento e commercio, che sono maggiormente toccati dalle restrizioni e dal lockdown legati alla diffusione del Coronavirus, dove non è possibile svolgere l’attività da remoto. Una serie di coincidenze che hanno portato al calo degli occupati in questo ambito.
Prima della pandemia di Covid-19, la disoccupazione giovanile nell’UE per i giovani tra i 15 e i 24 anni era pari al 14,9%, in calo dopo il picco del 24,4% raggiunto nel 2013. Ad agosto 2020 la disoccupazione era pari al 17,6%, in crescita.
La Commissione Europea, per limitare i danni, ha proposto a luglio 2020 il pacchetto “Sostegno all’occupazione giovanile – Un ponte verso il lavoro per la prossima generazione”.
Ma quali sono i punti di questa soluzione? Si parla di 4 chiavi fondamentali:
- rafforzare la garanzia per i giovani con l’obiettivo che i giovani sotto i 25 anni ricevano un’offerta lavorativa di qualità, una formazione continua e un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dalla perdita del posto di lavoro o dalla fine degli studi.
- preparare istruzione e formazione professionale per il futuro più rispondente alla domanda delle imprese
- dare un nuovo slancio all’apprendistato
- fornire ulteriori misure a sostegno dell’occupazione giovanile
Quali sono i destinatari e i vantaggi della Garanzia Giovani:
- il target è costituito dai giovani tra i 15 e i 29 anni
- è una soluzione più inclusiva verso i gruppi svantaggiati, tra cui minoranze e giovani con disabilità
- riflette le necessità delle imprese, fornendo le competenze necessarie e brevi corsi preparatori
- fornisce servizi di consulenza, orientamento e tutoraggio su misura
Il Centre for Economic Policy Research di Londra ha presentato i risultati di una ricerca che spiega come, con un mese di disoccupazione tra i 18 e i 20 anni, si possa arrivare ad una perdita del 2% sul guadagno dell’intera vita di una persona. Inoltre, periodi più lunghi di assenza dal lavoro in età giovanile aumentano la probabilità di futuri stop, perché chi resta fermo non ha più la possibilità di acquisire conoscenze ed esperienze necessarie per essere competitivo nel mercato del lavoro. Per dirla con le parole di Dennis Tamesberger, esperto di disoccupazione giovanile della Camera del lavoro di Linz, in Austria, c’è il rischio che si crei una “generazione perduta”.
Se a livello sanitario quindi il virus sembra colpire di più le fasce d’età più alte, i dati economici rivelano che la crisi e la disoccupazione stanno investendo invece di più i giovani.
Siamo alla finestra per vedere come Europa e Paese Italia risponderanno a questo fabbisogno in maniera concreta e produttiva.