Partenza positiva per il mercato del lavoro nel 2023. L’Istat registra un aumento dell’occupazione dello 0,2% all’inizio dell’anno, che porta il tasso di occupazione in Italia al 60,8%, che in Veneto, arriva al 72,6% per la fascia 20-64 anni, a cui si aggiunge un aumento della domanda di lavoro regionale nei primi mesi dell’anno del +5%. “Con le assunzioni che crescono del 14% rispetto al 2021, possiamo dire che la ripresa ha messo la marcia” ha infatti recentemente dichiarato il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Complessivamente, in Veneto le assunzioni sono state 58.250 (+5%), con una crescita più marcata per donne (+7%), stranieri (+8%) e giovani under 30 (+7%). In particolare, spiccano per livelli di occupazione più elevati le province di Treviso e Belluno (con un tasso di occupazione per entrambe al 68,2%), rispettivamente all’ottavo e al decimo posto della top ten delle migliori province italiane per occupazione.
Crescono i contratti a tempo indeterminato
Se a livello nazionale nel 2022 i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del +24%, una tendenza analoga si registra anche in Veneto, dove le attivazioni nel tempo indeterminato sono state 121.500 ovvero +26% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una variazione delle trasformazioni dei contratti a termine del +56% (dati La Bussola Veneto Lavoro). Nel 2023 prosegue la tendenza positiva, con l’ingresso di 8.800 contratti a tempo indeterminato, e un saldo quasi invariato dei contratti di apprendistato, a cui si somma una tendenza alla stabilizzazione dei rapporti a termine (+11% rispetto al 2022). “Una tendenza che sembra essersi consolidata nell’ultimo anno è l’aumento dei contratti a tempo indeterminato a scapito di quelli a termine, grazie anche al meccanismo delle trasformazioni” ha infatti commentato l’Assessore Regionale veneto al Lavoro, alla Formazione e all’Istruzione Elena Donazzan. Ma come emerge dal rapporto, il mese di gennaio è diverso dagli altri per via dell’alta domanda di lavoratori stagionali che si registra in questo periodo dell’anno, che tocca turismo e commercio – per via dei saldi invernali – ma non il comparto industriale.
Il Veneto traina l’occupazione nella manifattura italiana
Infatti, se sul piano nazionale, l’occupazione nelle imprese manifatturiere equivale al 20,2% del totale dei lavoratori italiani (+2,1% su base annua), il dato veneto va oltre, arrivando a toccare quota 28,6%, il più alto a livello regionale. Secondo i dati di Confartigianato il Veneto segna un recupero completo dei livelli pre pandemia ed è la regione con il più alto numero di lavoratori occupati nella manifattura, un settore che da solo ha trainato il Pil italiano nel 2022, segnando un aumento delle esportazioni del Made in Italy del 19,7%. A gennaio, il bilancio nell’occupazione dell’industria veneta è positivo e arriva a registrare circa 4.000 posti di lavoro in più, soprattutto nel metalmeccanico (+1.600) e nei comparti del Made in Italy (+1.500). In particolare, le province venete che registrano il maggior numero di occupati nel manifatturiero sono Belluno e Vicenza, rispettivamente con il 36,7% e il 36,4% di lavoratori impiegati nel comparto.