Verona, 8 ottobre 2012. Viola sta andando all’appuntamento che potrebbe cambiarle la vita: quello con il lavoro "giusto" che desidera da sempre e per il quale ha studiato e si è preparata. Non un lavoro qualunque o il posto fisso (che non esiste più): è insieme un sogno nel cassetto e un passione che prende vita. Viola vuole fortissimamente questo lavoro e riuscirà a ottenerlo: un’opportunità di carriera che porta con sé un futuro ancora tutto da scrivere. Una storia a lieto fine: anzi, con un lieto inizio.
"Viola: un sogno, il talento, la carriera" è il titolo del romanzo scritto da Carlo De Paoli, fondatore e presidente del gruppo In Job, insieme alla giornalista veronese Manuela Trevisani. Racconta la storia di una ragazza che ha completato gli studi e si sta facendo strada nel mondo del lavoro, ma che non si accontenta perché punta più in alto, vuole veder riconosciuto il proprio talento. Il lettore la segue nel suo percorso personale e professionale e scopre che crescere è faticoso… ma si può farcela.
"Viola" sarà presentato in anteprima lunedì 8 ottobre alle 14.15 alla Biblioteca Frinzi dell’Università di Verona dagli autori con il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Verona, Andrea Pernigo. Partner dell’iniziativa Lo Scrittoio di Porta Borsari, che donerà una penna Aurora all’autrice. Sarà l’occasione giusta per parlare del drammatico rapporto tra i giovani e il lavoro, in un mercato difficile che richiede la consapevolezza che trovare un lavoro è già un lavoro.
"Viola rappresenta l’emergere tra i giovani di un talento nuovo contraddistinto da impegno, mobilità, cultura e flessibilità – spiega De Paoli –. In Job guarda a persone come lei per sostenerle nel loro progetto di vita, affiancandole mentre costruiscono la propria carriera, facendo emergere le competenze e le caratteristiche di ciascuno". Il gruppo In Job, fondato nel 2001 a Verona, ha oggi un fatturato di 53 milioni, oltre cento dipendenti diretti e 15 career center sul territorio nazionale.
"Il mercato del lavoro richiede più cervelli che braccia, più flessibilità e fantasia che intransigenza e muscoli – aggiunge –: in Italia la disoccupazione giovanile è un’emergenza e non bisogna lasciare ai bordi della società le forze nuove, le energie più fresche. Ho deciso di mettere in questo libro le mie esperienze perché anche genitori, educatori e manager arrivino a conoscere e apprezzare i giovani e investano su di loro. Promesse che possono sbocciare solo se si permette loro di crescere".
Attraverso le pagine del suo diario, Viola si rivolge ai giovani che stanno terminando gli studi o vorrebbero migliorare la loro posizione ma temono di affrontare una scalata a prima vista impossibile. E spiega loro che prima di tutto devono rispondere ad alcune domande fondamentali: qual è il loro vero sogno nel cassetto? quanto vogliono investire per realizzarlo? hanno la passione necessaria per arrivare fino in fondo? che importanza attribuiscono al lavoro rispetto al privato e ai rapporti sociali?
Sottotraccia, nascosto tra le pagine del romanzo, anche un "decalogo". Non è un percorso obbligato, ma propone utili suggerimenti per una road map che aiuti i giovani a evitare le insidie e a prepararsi alle sfide future. Intraprendere subito l’alternanza tra scuola e lavoro, ad esempio, o farsi "adottare" da un maestro-tutor dal quale apprendere le piccole e grandi lezioni della vita. Imparare a valutarsi sinceramente come se si fosse un "prodotto" da collocare sul mercato. E avere le idee chiare sull’obiettivo: che lavoro fare, con chi, con quale modello di business.
E siccome la concorrenza è tanta, bisogna sempre impegnarsi, dare più del massimo e non puntare subito al reddito come unico traguardo. Riconoscere l’importanza della mobilità territoriale: chi non ha paura di fare la valigia guadagna posizioni. E poi buttarsi: non c’è migliore ricetta che provare e riprovare. Accettare le responsabilità quando vengono offerte. Giocare in squadra, perché le aziende migliori vincono come team. Imparare subito a pensare come un leader, per quanto prematuro possa sembrare. E infine continuare ad allenarsi come se domani fosse sempre il giorno della gara più importante. Perché lo è.