Il 2021 sarà l’anno che vedrà gli effetti causati dalla pandemia e dalla chiusura di molte imprese italiane per ragioni di contenimento del Covid-19 e di distanziamento sociale. La crisi innescata dall’emergenza sanitaria sta prendendo forma e il clima di incertezza è palpabile.
Le 10 tendenze registrate evidenziano come:
- Quasi sicuramente saranno prolungati sia la cassaintegrazione, alla quale hanno avuto accesso oltre 6 milioni di persone, che lo stop ai licenziamenti.
- Si passerà da un modello organizzativo verticale e di controllo della presenza ad uno orizzontale e di gestione di team in smartworking dove la condivisione sarà l’elemento fondamentale.
- Lo smartworking permetterà a molte persone di stare lontane dalle metropoli a favore di una vita familiare più tranquilla e distante dal caos cittadino, in provincia o nella terra di origine.
- Lo smartworking favorirà il ritorno al sud di molti lavoratori, evitando l’abbandono delle terre natie. Lo Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, sostiene infatti che a dicembre 2020 si parlava di 45mila persone.
- Lo smarworking porterà alla revisione degli spazi, in modo particolare nelle metropoli. Si passerà dalla staticità alla liquidità con un aumento dei co-working che si concentreranno maggiormente sui servizi digitali come piattaforme di interscambio, sistemi di call a distanza, corsi di formazione in webinar, occasioni di incontro da remoto. I co-working manterranno e alimenteranno il senso di comunità, anche attraverso momenti di scambio e intrattenimento non-fisici.
- Il modello di fruizione degli spazi vedrà una riconversione di numerosi locali in spazi accoglienti con servizi innovativi per i lavoratori agili. Si parla, ad esempio, di bar e ristoranti come uffici, ovviamente nel rispetto dei protocolli anti-Covid. Le location della ristorazione si evolveranno e diventeranno le nuove “biblioteche”, anche per far ripartire i locali delle città dopo le chiusure. O ancora i ristoranti si trasformeranno in mense aziendali per poter continuare a lavorare.
- Le complessità emerse nel protrarsi delle attività in smart working, in un contesto di distanziamento fisico e sociale dove le persone si ritrovano confinate nelle proprie abitazioni, hanno comportato uno stress aggiuntivo per i lavoratori e hanno inciso soprattutto sulle persone coinvolte nella cura di bambini piccoli e adolescenti, dato che non hanno potuto contare sui servizi di assistenza all’infanzia e sulle scuole. Ancora più difficoltà sono arrivate dalla gestione della didattica a distanza e dai maggiori carichi di cura della famiglia. Questa situazione sta portando alla nascita e rivisitazione di politiche di benessere psicofisico della persona per un miglior work-life balance.
- I cosiddetti cervelli in fuga e i giovani avranno più occasioni di inserirsi nei circuiti nazionali e internazionali delle grandi aziende senza la necessità di dover migrare altrove. Questo aspetto porterà anche maggiore competizione sul mercato.
- Nasceranno sempre più professioni legate alla sostenibilità e alla filosofia green, dall’Energy Manager al Contabile Verde, e al mondo tecnologico e digitale con grande spazio a data analyst ed esperti del cloud computing, diventato fondamentale con la pandemia.
- Il tasso di occupazione femminile, ad oggi al 49,5% tra i 15 e 64 anni, potrà salire grazie ad un’introduzione più ampia del lavoro da remoto e al potenziamento del welfare legato al Recovery Fund.
Il Covid-19 ha portato un cambiamento, nelle nostre vite e nel mercato del lavoro, che avrà impatto sul futuro di tutti noi, disponendo le prime fondamenta per nuovi modelli organizzativi, nuovi equilibri tra vita privata e lavoro e nuovi spazi professionali.